Porca miseria quanto raschia! Specie letto di questi tempi!
Come sempre, Hugo si sottrae alla facilità: è dispersivo, sovradimensionato, lento, traboccante di aforismi, con un andamento claudicante, farraginosissimo, e con una voce “commentante” sibillina, entrante, anche poco simpatica a volte e spesso saccente… ma quanto sono affascinanti le sue metafore (il traduttore può essere chiunque, poiché quelle immagini rimangono anche in altre lingue, specie se romanze come il francese), e quanto è ficcante il suo pensiero, e quanta maestria narrativa: tutto quello che sembrava rivolo inutile alla fine si scopre fare parte del “logos”, e tutto quello che sembrava lentezza invece era certosina preparazione della tensione, sapiente organizzazione dell’azione, azione che, proprio perché così “negata”, quando arriva al dunque urla e morde di più, con tutto il portato etico e filosofico che ti precipita addosso! E la vocetta così entrante prima, nel finale rendiconta solo l’azione: la fa esplodere per farti male, ti colpisce netta, e poi se ne va, e ti lascia a piangere!
Imperdibile per chiunque consideri l’utopia un tendere per migliorarsi, e indispensabile per comprendere quanto non ci sia giustizia senza clemenza, e non ci sia umanità senza pace e fratellanza, anche con i “nemici”.
Commoventissimo! Anche se richiede molta pazienza…
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Benché avessi in casa la versione della Newton Compton di Roma (cioè Il Novantatré, a cura di Riccardo Reim, 2004, con traduzione di Oete Blatto risalente almeno al 1963, quando fu pubblicata dalla Casini di Firenze e Roma), ho letto la traduzione di Francesco Saba Sardi, che credo sia stata condotta per gli Oscar Mondadori nel 1983, in una delle innumerevoli ristampe oscariane, credo quella del 2019…
e per quale motivo ho fatto una cosa del genere?, cioè leggere una traduzione diversa da quella che ho a casa?
Non lo saprete mai!
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Se ne parla anche in Inghiottitoi carsici…
ma ti sei dato al bookblogging?
Non ho film da recensire e rimarrà così per buona parte di agosto: e questi post di libri sono tutti ricicli da Instagram pubblicati durante l’anno… “rimescolo il paiolo”…
ah ok
anche io con il nuovo lavoro sto diminuendo drasticamente la quantità di film; sono settimane tra l’altro che non vado al cinema…