«La metamorfosi» di Franz Kafka

E ancora dopo 110 anni e rotti (quasi 115 se si crede a una stesura del 1912), il testo di Kafka parla alla perfezione della depressione, di quello che crea nel soggetto depresso e in chi gli sta intorno: un processo oscuro, abulico e definitivo che porta alla sola soluzione possibile, la non esistenza…

La morte del depresso è gioia per tutti gli altri: la non esistenza dell’ingombro incomodo di avere un depresso in casa, doverlo nutrire o perfino guardare, lui così sgradevole alla vista, riaccende la vita di tutti…

La sciagura opprime chiunque: la colpa non è di nessuno ma è comunque in qualche modo del depresso, colpevole semplicemente di essere come è, lontano dai comodi e dalle esigenze economiche degli altri, e per questo zavorra, peso ingestibile e insopportabile, la cui eliminazione porta sollievo e nuovi guadagni, in accordo al mondo di soldi e stipendi in cui solo il depresso si trovava a essere fuori posto, a intralciare…

Kafka è ancora crudele a riuscire a rendere sia l’angoscia del malato sia il fastidio che suscita negli altri: non ha colpe ma il suo destino è uggioso e logorante per tutti, e ancora oggi i sentimenti di chi non riesce a esistere vengono accolti con l’odio e la sufficienza…

Ho sfogliato tre famose e assai disponibili antologie kafkiane…

  • L’Oscarone Moderno di Mondadori, composto nel 2017 ma riproducente la sistemazione dei racconti approntata da Ervino Pocar nel 1970, credo addirittura per un Meridiano… Per Metamorfosi, Pocar mise a testo la traduzione che Rodolfo Paoli aveva condotto per la Vallecchi di Firenze addirittura nel 1934… gli apparati introduttivi non sono male, ma si sente che la versione è vecchia, con i nomi italianizzati: Gregor diventa Gregorio e Grete è Rita…
  • Il volumone BUR Rizzoli, risalente almeno al 2008, riproduce l’ottima edizione dei racconti curata da Giulio Schiavoni nel 1985 e poi sovente rivista fino al 1998, anno da cui partono le numerose ristampe. La traduzione di Schiavoni della Metamorfosi è passata anche in volume a parte BUR (nel ’90?) e in Laterza (nel ’95?), purtroppo rimpiazzando l’elegante versione di Anita Rho che Rizzoli aveva distribuito in precedenza (dal 1975). Schiavoni è bravo e scientificamente ineccepibile, ma la natura da “edizione economica” della collana Rizzoli ha fatto stampare alcuni passaggi traduttivi del tutto assurdi, minimi ma fastidiosi…
  • L’immancabile Mammuttone Newton è in giro dal 1991. La Metamorfosi è tradotta da Luigi Coppé. Si vocifera che nell’edizione aggiornata del 1996, quella traduzione venne rivista da Giulio Raio. Newton non gode, a ragione, di buona reputazione, ma stavolta il testo di Coppé (e Raio) è adattissimo a una lettura rilassata…

2 pensieri riguardo “«La metamorfosi» di Franz Kafka

Aggiungi il tuo

  1. Come dici tu, è incredibile come dopo 100 anni quello che ha scritto Kafka sia attuale e significativo più che mai. Nella Metamorfosi, naturalmente, ma chiunque abbia mai avuto a che fare con la burocrazia per qualunque motivo almeno una volta l’aggettivo “kafkiano” lo ha certamente usato.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑