Sid. Fin qui tutto bene [spettacolo di Cubo Teatro]

Il Materia Prima Festival al Teatro Cantiere Florida continua con questo eccellente show quasi sensoriale, che riprende modi e intenzioni di American Psycho e altri classici del genere…

In un quadrato di linee di luce, orizzontale sul palco (simile a quello che descrivono in The Square: il «concept scenografico» è di Ivan Bert), a cui si aggiungono, sul fondo, con origine i due angoli più lontani dal pubblico, altri due “lati” verticali, quasi colonne sottili luminose, un set musicale, davanti allo schermo per le immagini proiettate, fa da spazio per una sorta di confessione di quello (l’attore Alberto Boubakar Malanchino), il Sid del titolo, che si presenta come un ragazzo delinquentello vittima del razzismo (è nato in Italia ma è nero), ma che piano piano si confessa serial killer

Come nel libro di Easton Ellis, che Sid dica la verità è smentito dalle sue stesse dichiarazioni, che non solo invitano spesso il pubblico a «riempire» ciò che lui non dice, o a riordinare cronologicamente una storia che lui racconta per frammenti non consequenziali, ma confessano anche immediatamente che lui, attore nell’animo, le cose se le inventa, e se l’è sempre inventate…

All’inizio, il ragazzo emarginato, che nel ghetto della periferia si trova a narrarsi così come lo narrerebbero gli altri (cioè brutto, sporco e cattivo) incanta e acchiappa… (se il link al pessimo American Fiction non è da augurarsi, è invece goduriosissimo l’aggancio al capolavoro Febbre di Jonathan Bazzi)

…però quando la tematica del serial killer (tematica che ammazza anche roba all’inizio interessante come L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito) si hanno sì visioni ottime di obliquità da fantasia malata (il racconto degli omicidi che è racconto di emozioni più che di fatti), con anche tanta denuncia della violenza dei social (e riecco Easton Ellis: l’assassino come perfetto ultimo tassello del determinismo della società neoliberista e metropolitana, con la violenza che fa parte del vivere quotidiano così tanto da passare alla fine inosservata), ma il bersaglio del racconto si perde un pochino nel vuoto delle storie simili, quelle “cattiviste” (vedi anche La casa di Jack), che sembrano non sapere se il lasciarsi scorrere col fluire del killer è da semplicemente osservare o invece sarebbe da criticare (e con questi dubbi irrisolti, il cadere in Bones and All, purtroppo, è un pericolo più che atroce)…

questa indecisione della tematica comunque non deturpa uno spettacolo che è la fine del mondo

il quadrato con le stanghette sul fondo si illumina al ritmo della musica (di Ivan Bert e Max Magaldi) suonata dal vivo, estraniantissima, e le luci, spesso bianchissime, urtano l’imperante nero del palco sgombro, con effetti quasi laser, addirittura alla Neon Demon

le immagini proiettate sono scritte dei pensieri, in inglese, pronunciati da Sid, e anche sue riprese in primo piano, mentre parla, del tutto deformate

Alberto Boubakar Malanchino, che ha vinto anche il Premio Ubu nel 2023 come miglior attore Under35, è un portento di intenzioni e danza: la sua performance, da sola, varrebbe la visione, e il fatto che si muova in concerto con le luci e la musica rende lo show quasi una sorta di spettacolo-pugno alla Ejzenštejn…
l’attore, la luce e la musica sono tutt’uno e colpiscono, con balenii, lampi, movenze scattose, ritmi inferociti e timbri malsani ed elettronici, l’occhio e la pancia dello spettatore, che sente il pulsare del suono nel diaframma quasi come in una discoteca, e si vede quasi aggredito, felicemente, dagli strali lampanti delle luci:
tutto questo è un humus efficacissimo per rendere in corpo e in performance la tematica orrorosa del killer, così atta a denunciare lo sconfortante fallimento della società di oggi, che crea continuamente mostri…

Davvero complimenti a Girolamo Lucania, che ha ideato tutto con Ivan Bert, ha scritto il complesso testo (che meriterebbe la pubblicazione) e ha diretto tutto lo spettacolo: e gli si perdona la banalissima chiamata in causa di Mozart come compositore preferito del killer: come al solito, dal 1945 in poi, tutti i matti da legare debbono ascoltare musica classica…

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