DISCLAIMER:
È un post politico in cui dico alla gente come deve votare di cui mi vergono molto,
ma in climi fascitoidi come quelli di oggi tali esternazioni sono forse da palesare…
FINE DISCLAIMER
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Si dovrebbe stare attenti a equiparare nazismo e comunismo, come oggi va di moda grazie allo scriteriato e spericolato governo che ci ritroviamo…
Quando Giorgia Meloni, o Gennaro Sangiuliano, dicono che per definirsi antifascisti aspettano che tutti si definiscano anticomunisti ho capito che si riferiscono a sentimenti da Anni di Piombo, e sento anche tanti, su X, indicare nel leninismo la matrice di assassini quali le Brigate Rosse, oltre che di Stalin, e quindi definirsi comunisti sarebbe come essere Stalin, se essere fascisti è come essere Hitler…
…È una cacchiata…
Perché, come dimostrano i prodotti delle ideologie, nessun comunista, dei tanti che si rifanno al marxismo, dall’America latina alla Cina, ha ricreato né Stalin né i GULag, mentre i fascisti non fanno altro che riprodurre ghetti…
Poiché dallo studio delle filosofie è palese che Stalin, le Brigate Rosse e Pol Pot fossero sfregi al marxismo (o perfino al leninismo), mentre Hitler, Mussolini e il nazismo sono identici e fondati così a livello ontologico: il fine del fascismo è lo sterminio, là dove il comunismo era liberazione, una liberazione assai antica (il manifesto è del 1848, molto prima delle fumisterie un po’ futuriste un po’ nicciane di Mussolini e Hitler)
E la base filosofica mancava al fascismo (ne era imbarazzato anche lo stesso Gentile, che non seppe come stilare la voce Fascismo dell’Enciclopedia italiana), mentre era cocente nel comunismo. Ed è per questo che il fascismo è solo stato l’eterno qualunquismo dei padroni e l’eterno lerciume del razzismo… e nient’altro…
Quando alcuni rigurgitano che il fascismo è stato un’ideologia dice una cacchiata: il fascismo è stato solo e soltanto reazionarismo dei padroni unito al razzismo (vedi anche M di Scurati)…
Il fascismo era un sogno di ricchi razzisti di ridurre schiavi chi riteneva inferiori, mentre il comunismo solo dopo è diventato il crogiolo di opportunismo che tutti hanno visto e tutti hanno denunciato, con tanto di divertenti meme come questi:

Un meme che non tiene conto di Orwell (Animal Farm) o della Rivoluzione tradita di Trockij, o delle defezioni di intellettuali come Majakovskij, Zamjátin (vedi cenni in Godspell) o Gor’kij…
e non tiene conto delle realtà che sul marxismo si sono basate per essere saldamente democratiche: le liberazioni dell’America Latina, e i governi locali in Italia, da Emilia-Romagna a Toscana, fino alle componenti Labour di politiche come quella di Canada, New York e Londra… o anche la stessa Cuba…
Realtà certo problematiche, ma con problemi causati più appunto per la Reazione fascista e capitalista che dal marxismo in sé: gli interventi USA in America Latina o in Africa, o i magheggi della Democrazia Cristiana nella Strategia della tensione italiana, hanno assai rovinato qualcosa che invece funzionava…
Invece il nazismo e il fascismo producono solo una cosa, senza nessun fraintendimento filosofico: lo sterminio…
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Le giustificazioni sul fatto che i lager nazisti si ispiravano ai pogrom di Stalin e alla liquidazione dei kulakí ucraini fanno acqua: perché l’ingegnerizzazione della morte come catena di montaggio, come occupazione industriale, come mestiere specifico dell’uccisione, è una cosa specifica del nazismo…
E anche il buttare la palla in tribuna sui precedenti e paralleli coevi, dalla segregazione razziale in USA ai campi fatti apposta per uccidere fatti dall’impero britannico dall’Africa all’Asia…
Quelli, sì, sono stati picchi di crudeltà di un capitalismo colonialista, che però nascevano da voglia di denaro, mentre il nazismo, insieme alla voglia di denaro e di schiavi (identica a quella degli USA e dell’Inghilterra), incorporava la voglia genetica di uccidere tutti quelli che non si conformassero a un tipo razziale di vita…
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Per cui anche l’andare a dire che negli Anni di Piombo il “comunista” era colui che ti sparava, a te povero fascio pariolino, è non centrare il focus…
il focus che te pariolino-fascio sei stato, volente o nolente, meccanismo di un accricco di idee tali per cui chi non somigliava a te veniva sterminato, non per soldi o per professioni di fede, ma direttamente per DNA, in una industria dello sterminio che era mestiere, e non aveva una componente punitiva ma solo assassina…
Una componente punitiva a cui in un certo senso si fermava il GULag, da cui si usciva, malridottissimi, ma si “poteva” uscire: come certi kulakí che, se rinunciavano e si piegavano avevano salva la vita: una consolazione magrissima e certo non auspicabile, ma molto sostanziale rispetto a un’uccisione per DNA da cui non puoi fuggire mai…
e perorazioni contro i GULag, dopo l’URSS e nella stessa URSS ci sono stati eccome, mentre prese di distanza dal razzismo insito nel fascismo non ci sono mai in chi rievoca Mussolini, segno che, per loro, i campi di sterminio furono giusti…
e infatti i fasci odierni non fanno altro che creare altri campi di sterminio per i neri di turno, dalla Libia all’Albania…
con tanto di accordi odierni fatti proprio per costruire altri lager (tale mi sembra anche l’annunciato Piano Mattei per l’Africa)
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Che perfino i nazisti si vergognassero di quello che stavano facendo era chiaro…
chi si rifiutava di andare a spalare cadaveri nei lager veniva sanzionato, ma non con pene atroci, ma solo con ammonizioni formali: tutti sapevano di stare chiedendo “l’impossibile”…
e che il mondo «non dovesse sapere» di tale “impossbile”, cioè che Hitler intendeva ammazzare tutti in delle fabbriche adibite solo all’uccisione, era ugualmente palese… (se ne parla sia in Babij Jar sia in Le Benevole)
Invece, i massacri “pubblici” di Babij Jar (fine settembre 1941) e Odessa (fine ottobre 1941), e i continui rastrellamenti in Bielorussia (quelli di Idí i smotrí), resero pubblico tutto…
Diversi rapporti sullo sterminio vennero telegrafati a Londra da molti resistenti polacchi e da commissari dei servizi segreti, anche americani, già nel giugno 1942…
e nel 1944 arriva l’Armata Rossa…
e si scoperchia ogni cosa…
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nel luglio 1944, l’Armata Rossa si trova davanti a Majdanek, i cui forni crematori i nazisti non fecero in tempo a “liquidare”, e lì si seppe davvero ogni cosa, 2 anni dopo le prime notizie, così pazzesche che destarono lo sconcerto anche in chi la segregazione razziale continuava a farla (USA e Inghilterra): era qualcosa di davvero inimmaginabile…
una diceria buia e terrorizzante, malsana, serpeggiante dappertutto (la “popolazione”, ripeto, sapeva “tutto” da almeno 3 anni), che faceva rabbrividire tanto da essere scacciata…
…ma che si rivelava tragicamente verissima…
Hitler cercò di far rimanere tutto un segreto di stato e, dato l’andazzo della controffensiva sovietica, ordina di bruciare tutto il bruciabile degli altri campi di sterminio non ancora scoperti…
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Vasilij Grossman seguiva la controffensiva sovietica post-Stalingrado per il periodico Krasnaja Zvezda (zvizdá), che credo fosse addirittura quotidiano…
L’inferno di Treblinka, ovvero Treblinskij Ad, è il suo resoconto di guerra e porta la data «settembre 1944»
Lo troviamo pubblicato come opuscolo a sé stante dal commissariato della difesa sovietico all’inizio del 1945…
È forse il primo opuscolo pubblico del mondo a scrivere a tutti quanti, a tutti i lettori, non solo ai vertici militari o all’intelligence, e non solo alle povere popolazioni locali che erano tremendamente al corrente, che i nazisti avevano fatto fabbriche di morte per davvero… non per sentito dire…
Siccome, nella ritirata, i nazisti cercarono di insabbiare tutto alla disperata, Grossman, e altri dell’Armata Rossa, interrogano i poveri abitanti dei villaggi, che confermano ogni cosa…
Un tenente russo, tale Blinov, anche lui nel ’44 (ma prima di settembre) aveva raccolto la testimonianza di Stanislaw Kon, costretto dai nazisti a trasportare i cadaveri e a fare cernita dei preziosi dei prigionieri prima del gas…
Grossman arriva a Treblinka e per tutto settembre chiede in giro dell’orrore…
E la gente gli dice le cose chiare, come sono state, così meticolose e precise…
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Grossman rendiconta, certo, ma la sua è la vena del narratore:
qualsiasi cifra lo porta alla riflessione,
qualsiasi riflessione alla speculazione filosofica sulla marcescenza umana,
e qualsiasi speculazione lo fa concludere con lucidità che *niente* può essere paragonato alla fabbrica del gas di Treblinka, neanche il peggiore dei lager americani, russi o britannici…
perché è la dimensione di fabbrica a orologeria che è inedita e raccapricciante:
un nastro di azioni combinate e coordinate non per costruire ma per uccidere la gente per il loro DNA sbagliato che non si può correggere…
un apri e chiudi di porte
un via-vai di camion e treni
di carrelli e bullzoder
di trasporto di cadaveri gasati in fosse comuni poi date alle fiamme anch’esse…
tutti indirizzati alla cancellazione della vita di persone “nate male”…
nessun «lavoro» veniva fatto a Treblinka…
uscivi dal treno ed entravi nella camera a gas…
basta
il definitivo campo di puro sterminio…
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Grossman vede e parla di tutto questo…
…sa bene che il “sovietismo” non è perfetto, lui, ebreo, spesso vittima dell’antisemitismo russo (come Isaák Babél’ prima di lui), e lo sarà molto di più in futuro (con le “turbe” antisemite di Stalin sempre presenti ma inasprite in special modo nel 1952-1953)…
…ma sa anche che qualsiasi paragone con quanto successo a Treblinka è assolutamente improprio…
perché la metafisica sottrazione dell’umanità e della vita per cause innate, il DNA, cioè appunto il razzismo spinto, non è comparabile alle noie viste nel meme sopra…
…e non è certamente paragonabile agli Anni di Piombo…
così come è inopportuno cercare di smarcarsi dalla complicità con il razzismo che ha creato Treblinka dicendo che «tutti hanno fatto così, anche i sovietici»…
perché questi che dicono tali sciocchezze fanno pensare a gente che, a quei tempi, non sarebbe stata con Grossman, ma con Hitler…
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ragionare per assoluti come questo è sempre assurdo, ovvio…
ma è proprio da questi che, molte volte, si sente l’appello alla Seconda Guerra Mondiale come comparazione, o come orizzonte del possibile, delle peggiori nefandezze…
spesso si sente: «dobbiamo sterminare tutti, perché se non li sterminiamo, come abbiamo fatto con Hitler, questi ritornano: e se sterminare i nazisti è stato giusto, allora è giusto anche sterminare questi che sono uguali: e chi non li vuole sterminare è come Hitler»
è un assurdo proposto da coloro che, paradossalmente, si sottraggono all’ugualmente assurdo ultimatum di dover scegliere tra Hitler o Stalin…
per loro, chi si sottrae alla semplificazione di ritenere tutti Hitler è scemo…
proprio loro che vogliono sottrarsi alla semplificazione di essere accomunati a Hitler loro stessi…
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Poiché la Seconda Guerra Mondiale NON DOVREBBE ESSERE modello per causare altre guerre, ma MONITO per non farne altre…
e invece le guerre si fanno
la gente dice che Hitler e Stalin sono stati la stessa cosa
mentre invece il “male” nazista è stato l’insuperabile
ed evocare la tragedia che c’è voluta per limitare il male nazista (che, si sa, non è stato sconfitto affatto nella Seconda Guerra Mondiale) come scusa per fare altre tragedie per limitare mali non paragonabili è davvero atroce…
così come è atroce stare a sentire di gente che pensa che il male nazista, tutto sommato, è meno grave del male comunista, perché il comunismo è durato di più…
sono persone che palesano, nel loro filo-nazismo, di essere razzisti e di non vedere l’ora di creare un’altra Treblinka, in Libia o Albania o chissà dove…
e da queste persone Grossman ci aveva ben avvertito di stare alla larga, nella conclusione immortale del suo opuscolo:

Le «edizioni straniere» sovietiche fanno circolare L’inferno di Treblinka in tutto il mondo (io ho trovato l’edizione in francese del 1945 e in tedesco del 1946: molti attivisti lo fecero circolare al Processo di Norimberga, cercando di farlo mettere agli atti come prova), ma in Italia io ho solo la notizia della pubblicazione effettuata dalla Adelphi di Milano nel 2010, con traduzione di Claudia Zonghetti…
chi invece sa qualcosa sulla circolazione dell’opuscolo in italiano nel 1945-’46 mi porterà grande sollievo…
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Sui social è facile incontrare gente che dice: «le cose dette da Grossman non sono vere perché ho letto un libro che dimostra che sono false»
è un atteggiamento che si vede spesso: «ho letto un libro in cui si dice che gli islamici sono tutti assassini!», «un libro che dimostra come i nigeriani siano mafiosi!», «un libro che interpreta i legami familiari come costituiti solo da uomo e donna!»
e il fatto che rigurgiti come Vannacci e Meloni scrivano libri non aiuta a distinguere quali testi possano essere seri e quali semplici travasi di chiorbe deficienti che imbrattano gli alberi tagliati…
ma occorre sempre tentare, e dire che le cose scoperte da Grossman sono state approfondite e studiate, con le carte d’archivio statali ad attestare tutti i numeri della burocrazia dello sterminio…
Lo stesso Grossman ha pubblicato altre sue ricerche con Il’já Erenbúrg nel Libro nero. Il genocidio nazista nei territori sovietici 1941-1945, che ai tempi riuscì a circolare solo “clandestinamente” in URSS, per via dell’antisemitismo staliniano che abbiamo detto, ma parzialmente edito in USA e Israele, e dal 1994 ben stampato in Germania, poi, dal 2014, finalmente disponibile in Russia (in Italia l’ha proposto Mondadori nel 1999, “calcando” l’edizione tedesca)…
Un sopravvissuto a Treblinka (uno dei pochissimi che riuscì a scappare nel caos di una rivolta degli addetti ebrei allo stoccaggio dei cadaveri, anche loro in attesa di sterminio), Chil Rajchman, scrisse la sua testimonianza in yiddish e aiutò a incarcerare i nazisti fuggiti in Sudamerica. Si stabilì anche lui in Sudamerica, a Montevideo, e riuscì a pubblicare la sua storia in traduzione spagnola solo nel 1997, dopo tante disperazioni del ricordo del trauma. Uno scritto tradotto anche in italiano da Bompiani nel 2017 (attraverso l’ottima edizione francese, ricca di apparati, del 2009), col titolo Treblinka 1942-1943. Io sono l’ultimo ebreo…
E poi sono arrivati i professionisti della storiografia e della ricerca storica…
Per fare solo un paio di esempi il bellissimo resoconto storico di Domenico Tarizzo, Ideologia della morte. Documenti per un profilo del razzismo nazista e per una storia della Resistenza europea, edito dal Saggiatore di Milano nel 1962 (e poi ripubblicato in quella straordinaria collana che fu I gabbiani nel 1965: era il numero 23 dei Gabbiani), conferma tutte le scoperte di Grossman e la testimonianza di Rajchman…
e dire «eh, ma è un libro vecchio» serve a poco, visto che tutto quanto è trattato nel molto recente Empire of Destruction. A History of Nazi Mass Killing di Alex J. Kay, edito a New Haven dalla Yale University Press nel 2021 e tradotto da Alessandro Manna per l’Einaudi di Torino come L’impero della distruzione. Una storia dell’uccisione di massa nazista nel 2022: Kay ha potuto vedere anche gli archivi che Tarizzo non ha potuto consultare, per segreti vari e per ragioni burocratiche, e ha visto le carte militari, non solo statali, in cui c’è scritto ogni cosa: gli ordini dati, gli ordini obbediti, i numeri, le cifre, le firme e le controfirme…
Sia Tarizzo sia Kay offrono corposissime bibliografie
…non si tratta, quindi, di *un* libro che confuta: si tratta di una massa di libri che confermano tutto…
non sono libretti di gente che odia i gay, i neri e i “diversamente religiosi”, che sputano inchiostro a caso su una stampante
Tendono a equiparare, per ignoranza, faciloneria, malafede, convenienza. Ma ora stanno esagerando.
Fanno pietà
Girovagando attraverso il web si possono ascoltare le risposte, piene di dignità e umanità, di Alessandro Barbero, Piergiorgio Odifreddi, Michele Santoro, Antonio Scurati… Per chi vuole capire — e speriamo che siano tanti.
Tutte splendide!
Davvero cibo per la mente e la consapevolezza!
Più di 92 minuti di applausi!!!
L’equiparazione tra fascismo e comunismo è un’aberrazione dal punto di vista storico, ideologico, filosofico… ma fa tanto comodo e non solo ai fasci, perché è da tanto che in Europa si punta a metterli sullo stesso piano. Non che il comunismo non abbia commesso i suoi misfatti, eh!
Grossman è un grandissimo autore, Vita e destino è un libro straordinario, molto bello anche, ma meno, Stalingrado.
Felicemente aberrante, ti rubo il meraviglioso meme con iconcina di Marx.
Sì, però al posto di Marx mettici la Torah e al posto di “Communism” metti “Monotheism”
Bel tentativo.