Sognare è Vivere

E la Portman esordisce come regista… e scrive anche la sceneggiatura!

Si affida a un super-artista delle immagini, Slawomir Idziak, ed è a lui che fa girare il tutto…

Il risultato è però “mixed”, come dice Wikipedia…

Le scene oniriche sono girate con tanta fantasia, e catturano occhi ed emozioni… 

Però le scene “vere” sono spesso oleografiche, da perfettini…

La prima parte “Storica” funziona benissimo come punto di vista diretto e sincero sulla nascita dello stato di Israele, e ricorda, qualche volta, il capolavoro di John Boorman Hope & Glory…

La seconda parte di depressione è però lagnosa, lacrimofora dei poveri, e vorrebbe ispirarsi al già poco compatto The Hours, senza però riuscirci…

Le riflessioni nichiliste di Amos Oz sul conflitto israelo-palestinese sono così interessanti da farti desiderare ore e ore di film che le sviluppino! Idem quelle altrettanto schopenhaueriane sull’inutilità della realizzazione dei sogni (che se realizzi non sono più “puri” come erano mentre li immaginavi, e quindi è bene non realizzarli per nulla e contrinuare a immaginarli)… 

Ma contemporaneamente gli snodi narrativi sono telefonati, e le scene sul conflitto sono relegate a cornice per far posto alla depressione, che è avvitata poco bene ai discorsi sui sogni…

Un film, quindi, sfilacciato, con molti problemi drammaturgici (sono davvero troppe le dissolvenze in nero, che allungano il brodo tra scene che potrebbero sempre essere le ultime, formando un film noiosetto, che sembra durare molto più degli effettivi 90 minuti), che ha però stralci di cinema molto decente: le immagini sognose (dicevo) sono bellissime, il finale (col vecchio che guarda in macchina quasi incapace di iniziare il suo romanzo) è godurioso, l’apparizione del sogno come un pastore miracoloso è interessantissima, le riflessioni di Oz sono nutrienti… il tutto in mezzo a un prodotto che si vede essere fatto da una regista promettende che però ha ancora tanto da imparare…

Nella vecchia schedina sarebbe X

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