Giorno 60, Anno VIII dello Stato Tirilullino
Difficile commentare la Brexit per me:
io non ho mai neanche visitato il Regno Unito…
Le uniche cose che conosco dell’Inghilterra sono poche cose riguardo la sua arte: letteratura, musica, pittura, scultura, illustrazione, letteratura, cinema; e la sua Storia, apprese sui libri, per cui non posso dire granché…
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Le riflessioni del voto Brexit sono comunque belle forti per quel che riguarda l’Europa intera:
- fanno riflettere sulla natura dei referendum popolari, sull’ignoranza dei votanti, sulla propaganda elettorale informata o interessata…
- fanno riflettere sul tipo di mondo che molti hanno in mente…
- fanno riflettere sulla natura stessa della democrazia…
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forse la Brexit è la legittimazione popolare di una rivoluzione contraria a un potere dittatoriale europeo che finalmente si sfoga in un voto: il popolo inglese che ringhia per uscire da un impero del male che è l’Europa
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o è la becera ignoranza contadina e barrocciaia che vuole rinchiudersi in città-stato anacronistiche e antistoriche, nonché razziste e xenofobe, che viene fuori da una volontà di potenza oscura preoccupata del guadagno che potrebbe essere rubato da gente che non parla la lingua del barroccio e non è “autoctona”
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Non lo so:
che abbiano votato per la Brexit le persone meno istruite e lontane dalle città (e quindi in pieno delirio rurale marcio) è un fatto (anche dimostrato dalle ricerche su Google susseguenti il risultato, che provano il fatto che la gente non capiva per cosa stesse votando);
così come è un fatto che vogliano la Brexit i razzisti xenofobi e nazisti della pura razza inglese (anche economica: la Brexit permetterebbe il “dislocamento” dell’azienda non a chilometri in paesi del Terzo Mondo, ma lo permetterebbe già in Francia, a pochissima distanza, con risparmi enormi per l’arruffone di turno)
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che la gente abbia votato è bene, ma la gente votò anche Hitler: obiezione ormai classica, che ci fa ripensare in toto lo statuto stesso della democrazia e dell’estensione del diritto di voto (darlo a tutti o solo a coloro che hanno gli strumenti per distinguere verità da propaganda? – far votare anche per questioni internazionali e statutarie o no?…)
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forse siamo di fronte a una ondata di analfabetismo di ritorno, che, per forza di cose, comporta un nazismo di ritorno…
ma questo analfabetismo è il fallimento della scuola così come la conosciamo, e per combatterlo occorrerebbe quindi uno sforzo sull’educazione che l’Europa odierna ha sempre eluso preferendo i soldi e la finanza…
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Ed ecco l’idea che la Brexit sia l’impeto di un popolo buonissimo (anche se non laureato) che esce da una Europa di soli soldi per reclamare un’Europa più sociale e libertaria… con questa interpretazione, il voto a favore di Brexit si rovescia e da nazista diventa resistenziale contro un’Europa nazista (con la facile connessione tra nazismo e la Germania della Merkel), un voto di vera sinistra che si contrappone ai moderatismi un po’ destrorsi…
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In questa ottica di quest’ultimo punto, comunque, si evince l’idea di uscire per costruire un’Europa nuova…
ed è questo che a me non convince:
esci per ricostruire?
vabbé, ma intanto sei uscito e fai fallire tutto…
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e la conclusione:
l’Europa odierna è quella dei soldi e della finanza, è quella nazista, e ok…
ma solo noi altri, noi popolo, possiamo realizzare un’Europa diversa…
far fallire tutto per ricostuire è forse un’idea buona, ma molto laboriosa…
ripensare l’Europa dall’interno a me sembra un’opzione più carina…
ma io non ci capisco nulla…
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Quello che però vedo nell’immediato sono solo svantaggi pratici e pragmatici:
passaporti,
isteria contagiosa di razzisti che vogliono fare città-stato ovunque, il che aumenterebbe i passaporti e le frontiere,
polizie,
posti di blocco,
dogane,
controlli…
Un’Europa in carcere, tutto il contrario dell’Europa dell’Erasmus, del turismo, della libera circolazione, della fratellanza…
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Siamo forse nel ricorso storico di ritorno all’Ancien Régime, quasi precedente alla Seconda Fronda Francese: l’impero sarà anche grande, ma baroni e conti vogliono governare sui loro fazzoletti di terra minuscoli…
o nel ricorso storico di ritorno al Trecento: ai comuni, all’amministrazione incentrata solo sul podere e sulla chiesa, con viaggi zero, smercio strettamente necessario, e cultura confinata nello scriptorium delle rarissime biblioteche di conservazione e non di produzione…
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Per molti il ritorno al Trecento pre-industriale e quindi pre-capitalista e rurale è l’espressione più pura dell’essenza della sinistra, del comunismo, la realizzazione dell’ideale di distruzione della plutocrazia e del plusvalore…
per me non lo è: io voglio superare il capitalismo in maniera “futura” e non “passata”, costruendo qualcosa di “nuovo”, che non ripercorra esperimenti rodati e già falliti, ma che faccia tesoro dei risultati di scienza e tecnica prodotti sì, forse, da quel capitalismo da abbattere, ma certamente utili alla vita di un uomo nuovo, capace di andare “oltre”…
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e nella costruzione di questo comunismo futuro (e non passato), io vedo l’Europa come qualcosa da cambiare ugualmente al futuro, e non da negare tornando al passato…
la Brexit mi sembra una sorta di “congresso di Vienna” che cerca stancamente di ristabilire confini ancestrali, che a mio avviso, dopo l’esperienza bella o brutta che sia dell’Europa unita, non hanno più senso!
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Io sarei rimasto in Europa e avrei lottato per cambiarla basandomi su un’idea di Europa rivolta al futuro… non mi sarei staccato per dimostrare che l’Europa deve essere diversa…
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è come avere un vaso che è venuto male: invece di plasmarlo insieme nel migliore dei modi si è voluto rompere il vaso per farne uno completamente nuovo: in questo modo si sono buttati nel cesso anche i cocci di materiale più che buono che costituivano il vaso vecchio: cocci che adesso sarà un casino rimettere insieme ex novo e che, se invece non li buttavamo via, potevano essere ben utili per aggiustare il vaso vecchio tanto da farlo bellissimo…
ma non so se mi sono spiegato…
Guarda, sono tendenzialmente d’accordo con te anche se a me l’Europa fatta in questo modo fa più che schifo (per vari motivi, soprattutto la superficialità con cui è stata costruita) e appoggio il distaccamento.
Io però di questa cosa mi chiedo solo: E’ giusto lasciare una decisione del genere in mano al popolo? Secondo me è un abuso di democrazia. Non un abuso, ho detto una cosa che non penso. Un uso puerile della democrazia. Un ingenuità. Ecco sì, è stato ingenuo.
Come può il popolo, che è composto dalla più vasta gamma di conoscenze, talenti, pensieri e culture, decidere su una cosa così gravosa? Che competenze ha a riguardo? Nessuna.
Questa cosa ha un impatto gigantesco sull’immagine dello stato e sul funzionamento dell’Europa come ente unico. E’ giusto che il popolo possa decidere una cosa del genere? A che punto siamo arrivati? Come sai detesto la democrazia, forse sono di parte ma questa cosa dimostra la mia tesi.
Adesso hanno deciso di uscire e vogliono annullarlo? Che senso ha? Lo hanno fatto per dimostrare qualcosa e non si aspettavano un outcome del genere? Se l’idea di tutti quelli che governano era “no” non fare nulla e vaffanculo.
Ti ricordi la tu mamma da piccino che ti faceva: “Astolfo si fa il bagno?”
“No”
“E invece si, vieni subito in vasca!”
E allora vai in culo non me lo chiedere, pigliami e ficcami in vasca.
E’ identico. Ti fanno una domanda e hanno una risposta ma non va bene. Che diritto ha il popolo di mettere bocca su una cosa di politica estera così gravosa e con mille sfaccettature? Con che competenze? Boh.
Si potrebbe concludere che non solo l’Europa così com’è è merda, ma anche la democrazia così com’è è merda!
Poiché se non c’è educazione e conoscenza il voto è per forza di cose un voto inconsapevole e quindi totalmente a caso (della serie: se non sei informato e ti fanno votare e scegliere tra merda e cioccolato ci sta che tu scelga la merda!)…
Si dovrebbero costruire scuole, telegiornali, siti internet, servizi informativi ecc in grado di rendere i cittadini consapevoli, ma l’Euorpa dell”informazione e della conoscenza se ne frega: vuole solo i soldi e le banche…
e allora per forza sia l’Europa sia la democrazia diventano pure scenografie vuote, luccicanti quanto deserte…
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Gli inglesi che prima votano e poi vanno a cercare info su Google sulle conseguenze di quello che hanno appena votato la dice lunga su quanto le campagne referendarie britanniche abbiano informato l’elettorato, e la dice lunga su quanto il popolo inglese sia “informato” in generale…
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Come mai sono andati là a votare “brexit”?
Ci sono andati convinti di quello che facevano, oppure ci sono andati solo perché il capo rionale del partito ha detto loro di andare a votare in quel modo?
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E se ci sono andati solo perché gliel’ha detto il partito, allora le nostre beghe italiote (il voto sempre secondo la nomenklatura PD o PDL, e il voto di scambio mafioso) sono davvero in buona compagnia europea!
Non puoi sperare che educando un mare di persone così vasto comunque tutte abbiano il solito pensiero ed elaborino le cose nel solito modo. O non ci sia il partito sgamo che manovra le cose. La scelta della merda ci sarà sempre.
Anche ipotizzando che tutte abbiano un livello di cultura ed istruzione alto non puoi essere comunque certo dell’esito di una cosa del genere.
Secondo me il punto è: quando è giusto chiamare in causa il popolo per una decisione? Per non rendere la democrazia una stupidaggine dovrebbe essere usata con saggezza e solo in certi casi, ad esempio per le votazioni interne ma non per questioni di politica estera così importanti.
Siamo troppi e la struttura democratica è diventata puerile e debole. Non ha più senso. Si sta trasformando nella dittatura dei deficienti. Questa ne è la prova schiacciante. Ripeto non parlo della scelta, io scioglierei tutto e la rifarei tra 50 anni pensata e strutturata per bene, parlo della reazione all’esito. Davvero comica.