Victoria Everglot

Spesso parlo con molte persone dell’ISIS e dell’integralismo…
e molti individuano l’integralismo solo nell’Islam, con il seguente argomento: «ogni volta che acconsentiamo a una moschea, gli integralisti percepiscono che noi ci sottomettiamo a loro…»

per cui osservo che, questo terrore ISISiano, alimenta in maniera preoccupante la roccaforte autistica dell’italiano gnurante di cui spesso parlo: siccome fuori ci sono gli integralisti, allora è bene stare a casa, dentro il cortile di casa, e pensare che tutti quelli che stanno fuori sono delle merde, dal vicino di casa che ti ruba i mandarini allo stato e al fisco italiano, fino agli stati stranieri, popolati da scemi che osano non parlare l’italiano e osano venire a sporcare in casa nostra e quindi si meritano ogni nostro tentativo, bieco e obbrobrioso, di spennarli economicamente… – questo è il ragionamento che alimenta l’ISIS, o la crisi ucraina o qualsiasi altra cosa “estera”…
e questo succede perché dell’estero non sappiamo nulla e allora, davanti alla gente che muore, siamo capaci solo di pensare al nostro tornaconto personale, in modo che si verifica il raggelante fatto che nei TG si vedono servizi con la gente che muore in Ucraina con il commento serafico: «ma tutta questa guerra che cause avrà per l’Italia? gli ucraini compreranno ancora il nostro made in Italy?» – tradotto: non si pensa all’orrore della guerra ma si pensa alla CONVENIENZA della guerra (poiché, se la guerra ci facesse vendere più made in Italy, tra cui tante belle pistole Beretta, allora la guerra andrebbe benissimo, va male non perché c’è i morti ma perché riduce le esportazioni… belle cose…)

siccome l’ISIS aumenta questo autismo gnurante italiota, allora la riflessione che io, in questi colloqui, di solito porto avanti non trova affatto corripondenza positiva… la mia riflessione è quella: «cazzo, c’è l’ISIS e ci sono i fondamentalisti: l’unico modo per sconfiggerli è di togliere la religione dagli ordinamenti statali grazie all’educazione laica, e lasciare che ognuno, nel suo privato, preghi come gli pare, e lasciarlo libero se non vuole pregare affatto… e tutto questo sarà possibile solo quando anche le nostre religioni (ebraismo e cattolicesimo) faranno un passo indietro “laico” e si occuperanno solo di preghiera, senza crocifissi per le strade e senza comunicati politici papali»

questo mio argomento si scontra con l’autismo italiota, poiché ebraismo e cattolicesimo sono sì religioni come l’Islam, ma siccome sono “nostre” e quindi fanno parte di quell’autismo, allora quelle religioni vanno bene, mentre l’Islam, che è straniero, allora deve morire… (per la verità, per l’italiota dovrebbe morire anche l’ebraismo, proprio perché non autoctono)

e la mia speranza di lasciare la religione al privato, stimola l’autismo che percepisce come autoctono il cattolicesimo (e lo considera autoctono solo per mera abitudine e per l’educazione, comunque severamente cattolica, che si impartisce in modo anche indiretto [tra insegnanti di religione, settimanali papali e programmi televisivi agiografici] in Italia: l’abitudine induce anche certa gente a sposarsi comunque in chiesa anche se non crede: ci si sposa in chiesa perché è abitudine: è il cattolicesimo “indiretto” tipicamente vaticano), dicevo la mia speranza di lasciare la religione al privato, stimola l’autoctonicismo cattolico, che si sente punto nel vivo e prorompe con la tragica considerazione storica: «tu vuoi togliere la religione, ma ti faccio osservare che nel ‘900 si sono combattute le più grandi guerre della storia per contrastare regimi ATEI come il nazismo e il comunismo: per cui ci vorrebbe PIÙ RELIGIONE e più senso del sacro»

questa osservazione mi fa ridere per molti motivi:
il primo è che le guerre del ‘900 si sono fatte con la facciata di spodestare i regimi, ma in realtà, sotto sotto, si sono fatte per fare i SOLDI (e cioè l’unico vero dio che anche il cattolicesimo sente come superiore, visto lo IOR);
il secondo è che, certo, se nei primi 50 anni, o forse 80 anni del ‘900 s’è combattuto, apparentemente, contro regimi atei, è anche altrettanto certo che dal 1989 in poi (e anche prima, per lo meno dagli anni ’50 con le guerre di istituzione di Israele) si combatte solo ed esclusivamente per RELIGIONE…
e in questo clima dire che serve più religione è, forse, perdere il focus, perché ragionare per “religioni conchiuse” invece che per spiritualismo privato ACUISCE il conflitto… non c’è verso…
la religione, a livello privato, ci sia come torna meglio, ma, a livello mondiale, se la religione impedisce il dialogo e la comprensione, poiché con la imposizione del dogma impedisce la curiosità verso il mondo, allora la religione va ridimensionata… ridimensionata con la cultura, in modo tale che 1) io conservi la curiosità culturale verso l’altro da me, 2) che il sapere che uno prega qualcosa diverso da me non pregiudichi la mia capacità di parlare con lui, di ascoltarlo e di comprenderlo…
ecco il discorso…

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