Giorno 153, Anno VII dello Stato Tirilullino
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Scrivo per non lasciare settembre clamorosamente senza post, ma non scriverò della felicità dell’anniversario, dei due anni insieme a lei, poiché ho visto che non riesco mai a fare di meglio rispetto a Sperda il sole d’un suo sguardo la tempesta del mio cuor… (i tentativi sono stati: 1- Joie du sang des etoiles, che, noterete, è già molto più impillaccherato e cerebrale; 2- I sing you to me, molto importante ed epifanico; 3- …there’s such a lot of world to see…, un po’ assoprellato; 4- Mari Illustrious Makinami, pensoso; 5- Leek Spin, bellino e di nuovo epifanico; 6- Aria Montgomery, impillaccherato; 7- Il Luccio è il Re del Blues, oscuro; 8- Light My Fire, per certi versi adorabile ma privo, forse, di forza vera)
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della parabola di Didy mi limiterò a elencare (esclusa, ovviamente, la giornata epica che c’è voluto per montare l’inutle rete):
1) l’ansia dei primi giorni, con la paura e la paranoia di non essere pronto…
2) la dolcezza dell’abitudine;
3) la fifa della malattia, che me lo faceva trattare un modo “diverso”;
4) la quotidianità carina;
5) la perplessità del suo agire “violento” e la conseguente mia incapacità di giocare con lui, che ha creato lo iato che lo ha forse portato a fuggire…
6) l’ansia di averlo perso;
7) la crisi d’abbandono della serie: «perché se n’è andato!?; non sono capace neanche di tenere un cucciolino!; oddio, gli ho fatto male sono un mostro!; ohiohi cosa ho fatto di male!?; la Natura è crudele e ce lo ha portato via; cos’ho che non va!?; stronzo, hai voluto lasciarci e morire da solo!; ho l’ansia di impotenza e di inadeguatezza per non essere riuscito a tenerlo con me!; sono un uomo crudele!» e altre scemenze affastellate…
8) gli attacchi di didyte che, adesso che se n’è andato, mi assalgono nei momenti più impensati… mangio e mi viene in mente lui che mi leccava; dormo e sento la mancanza del suo peso sui piedi (lo stesso peso che odiavo i primi giorni); mi manca aprire l’avvolgibile e vedere le zampine; mi manca sentire il suo miagolio quasi muto, percepibile quasi solo dall’apertura della bocca; mi manca vederlo mangiare… certo non mi manca vederlo giocare, perché era davvero violento; mi angoscia il fatto che tutto questo lo provo per neanche un mese passato insieme a lui…
porco boja!
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poi, vi dirò che ho riletto una discussione del Forum sul nucleare del 2007-’08 e mi ci sono riincazzato come allora (vedi Io non verrò con voi, They Danced by the Light of the Moon…, Above us only sky…, Liberté redescends des cieux…, e innumerevoli altri), tanto da scrivere, dopo molti anni, questo su Facebook:
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riguardando alcuni scritti tra il 2003 e il 2008 mi viene da ribadire molti concetti, tra i quali:
1) perdere tempo a discutere con ingegneri dissociati (dicevano di applicare fondamentalisticamente la Scienza come la cosa migliore del mondo, e, con altrettanta veemenza, credevano nel cristo cattolico e ti facevano i pistolotti morali non richiesti), che predicavano prepotentemente il ritorno al nucleare come l’unica soluzione dell’Italia e salutavano il «partito di Berlusconi» come l’unico che dava l’idea di saper fare qualcosa (non importava se quel qualcosa era imposto dall’alto o se era moralmente accettabile, bastava che rispondesse a leggi economiche di guadagno di soldi, l’unica cosa di cui c’era da preoccuparsi), è totalmente inutile…
2) sgolarsi con gente pusillanime centrista su un sistema di vita “culturale” è logorante: specie quando tu insisti che le acciaierie bisognerebbe cominciare a riconvertirle in qualcos’altro (magari qualcosa di culturale e turistico) così come bisognerebbe cominciare a insegnare a chi ci lavora a fare qualcos’altro (magari, ripeto, anche per loro, qualcosa di culturale e turistico) mentre loro ti rispondono che di cultura non ci si mangia e che bisogna perpetuare l’acciaio all’infinito perché è quello che produce ricchezza e non il turismo, poiché, quando piove, il turismo non c’è…
3) vedere poi che, dopo altri 5 anni, quella stessa gente ha visto la chiusura dell’acciaieria e ne auspica una riconversione culturale/turistica, beh, allora, ti fa davvero essere molto felice di non averci più a che fare ed essere distante dall’inutilità e dal logorio di qualsiasi conversazione con gli idioti…
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ora che non ho lasciato settembre senza post, vado a registrare, sperando che la relatrice mi abbia risposto alla mail di conferma; vado a godermi lei felicemente, e a pensare al ragù di soia che potrebbe aspettarmi stasera (o a un’altra leccornia golosa vegetariana: poiché “vegetariano” non vuol dire assolutamente “leggero”, anzi, non ho quasi mai mangiato porzioni così grandi e leccornie così potentosa come al vegetariano, forse solo al Cenacolo!), o a qualunque cosa si faccia stasera (tra le possibilità del greco, del vegan, della pizza o di chissà che!)
tanto basterà stare con lei e questi 2 anni saranno presenti e parte dell’oggi come è e come è sempre stato, anche se non so se mi sono spiegato, nemmeno a me stesso! — ma si parla così quando siamo contenti! e yè!
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