è interessante che tutti abbiano personificato nella nascita di un ente soprannaturale un momento importante terreno, concreto e astronomico: l’inizio del riallungarsi delle giornate… — perché tra il 21 dicembre e il 21 marzo c’è proprio un “ponte di festeggiamento” — perché non si festeggia l’arrivo dell’estate o dell’autunno? perché d’estate non succede un cazzo, anzi, è d’estate (dal 21 giugno) che le giornate cominciano a ridursi… i ghiozzi dicono che è d’autunno che le giornate sono corte, ma sono coglioni, perché il 23 settembre è solo una “tappa di mezzo” di un lento processo rimpicciolente che inizia proprio il 21 giugno, proprio d’estate! l’autunno altro non è che “conseguenza” dell’estate, per altro transitoria: il 23 settembre giorno e luce si equivalgono, mica la luce è al suo minimo… — difatti, gli antichi antichi (ben prima anche dei greci), che erano giustamente animisti, e che quindi non avevano bisogno di trovare “persone” che facessero cose magiche, vedevano benissimo che il sacro da celebrare altro non era che l’effetto quotidiano della natura e della vita di tutti i giorni, senza bisogno di “delegare” o “rappresentare” cose che sono già davanti ai nostri occhi e dentro i nostri spiriti… ci vedevano lungo, e difatti hanno cominciato a festeggiare il momento in cui le giornate cominciano a riallungare e hanno smesso di festeggiare il giorno in cui giorno e notte tornano a “pareggiare” il 21 marzo… il “ponte festeggiante” non poteva esserci il 21 giungo, quando la luce prevale, perché il giorno che la luce prevale è anche il giorno in cui la luce comincia ad avere la meno… — in maniera quasi leopardiana, il “ponte festeggiante” festeggia il sabato felice, perché sa che la domenica è già “l’inizio della fine” dello spirito contentoso e l’inizio della fine della cosa che si festeggia… per cui è meglio celebrare la luce che inizia lentamente a risorgere, finché non risorge davvero, e risorge non quando prevarica il buio (il 21 giugno), perché la sua è una falsa prevaricazione, ma risorge davvero solo quando c’è equilibrio conquistato, il 21 marzo, quando tutto può rinascere! (e rinasce, ribadiamo, solo grazie al processo iniziato il 21 dicembre…) — il 23 settembre non si festeggia perché è il giorno che il buio ripareggia dopo che ha cominciato a prendere forza dopo l’estate… — per cui festeggiamo il momento in cui la luce comincia a risalire! — ovviamente il cristianesimo opportunista si è adagiato sulle credenze concrete animiste in modo scialbo: ha fatto tornare tutto: un essere che nasce il 21 dicembre (lo spostamento di 3 giorni è solo per ragioni matematiche) e che smaschera la simbologia del pareggio/rinascita della luce intorno al 21 marzo… il cristianesimo rappresenta una carognata a livello di sublimazione del concreto, perché smaschera l’allegoria e la spiattella: proprio ribadisce in maniera infantile il concetto di morte e resurrezione che la natura, animista, diceva di già… il cristianesimo ha gridato quello che la natura animista aveva già in sé: è stato una brutta tautologia, una ripetizione compulsiva e una trivializzazione di cattivo gusto, con tanto di sangue e morte: il cristianesimo è la serie di Saw, mentre l’animismo è Carl Theodor Dreyer o Robert Bresson! che, per altro, per tutta la vita, specie il primo, hanno fatto di tutto per riavvicinare il cristianesimo a una compostezza animista! (anche sbracando eh: perché sarebbero dovuti tornare all’animismo vero, invece che insistere sul cristianesimo: il cristianesimo è insalvabile, perché non riesce più a tornare alla spontaneità del concreto, non riesce più a essere concreto: lo ricomponi e ottieni solo esoterico misterismo e non naturalezza quotidiana: una volta tolta la saggezza dal concreto della natura è la fine: il cercare di riportarcela, mantenendo però le incrostazioni privative come re, regine, dei e adepti, produce solo altra incomprensione…)
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