Ann-Britt Höglund

 

siccome mi è venuto or ora in mente una riflessione feisbuccosa per Occhi di Gatto

in un grande saggio sulla Storia del Cinema Mondiale della Einaudi, il supersonico Giannalberto Bendazzi scrive che la valutazione critica degli anime nipponici è molto difficile poiché quasi tutto quello che c’è di reale qualità è filtrato dalla lente deformante della NOSTALGIA provata da qualsiasi analista che si approccia a relazionare esteticamente queste opere… poi conclude in un modo sorprendente, e, dalla mia ottica deformata di nostalgico, paradossale: cioè che l’unica icona anime capace di rivaleggiare con le altre icone animate da Disney (Topolino) a Avery (Marvin il Marziano) a Jones (Beep Beep e Coyote) alla Pixar/DreamWorks e compagnia, è niente po po di meno che Pikachu dei Pokémon (come osservava l’eccellentissimo Morando Morandini: come mai c’è l’accento sulla e quando tutti lo pronunciano sdrucciolo?) — tutto questo per accompagnare la sigla di Occhi di Gatto che, in tutti i miei anni di vita, dai 5 ai 31, ho SEMPRE e dico SEMPRE, in tutte le età da me sfiorate, visto associare a una congrega femminile, con tre ragazze che si spartivano i ruoli di Sheila, Tati e quell’altra (che se molti volevano impersonare perché saggia, altri detestavano perché “vecchia” e proprio perché nessuno si ricordava il suo nome) – e c’erano anche spassose scene di amiche incazzate di non essere “incluse” nel gruppo ristretto delle TRE prescelte, con conseguenti pianti, lacrime e rinnegazioni di amicizia… – quando l’esclusa frignava troppo, allora la includevano nel gruppo delle Sailor Moon, che almeno erano di più, ed erano ugualmente in alto (se non di più, nelle più giovani) nella classifica delle nostalgie maxime (ed erano tanto più pratiche in quanto permettevano di trovare anche altra gente da reclutare in modalità “mezza pensione”: gente, per esempio, che potesse impersonare Sailor Pluto che non si vede mai, o la stessa Sailor Jupiter che, nel cartone, si fa spesso e beatamente un bel ballino di cazzi propri) — tutto questo per dire che, sì, Bendazzi ha ragione e che la nostalgia ci frega ogni volta, ma io direi che, spesso, invece di deformarci ci aiuta nella comprensione sociale e interpretativa dell’anime, tanto che quelle stesse ragazze che hanno impersonato Tati, Sheila e quell’altra, adesso donne che, per via anagrafica, si dovrebbero dire adulte, riconoscono che Occhi di Gatto come anime aveva più di qualche difettuccio, ma la forza dell’insieme (così come quella di Sailor Moon) continua a dover (quasi come imperativo categorico-critico) essere studiata e analizzata, immergendosi a più non posso in qualsiasi nostalgia deformante e quindi, alla Rimbaud, quasi chiarificatrice in questo caso!
»]
allora non posso non dare materia bloggosa alla mia riflessione su Sailor Moon nata all’indomani della ignominiosa giornata elettorale di Febbraio 2013 [che portò anche alla stesura del tragico …jamais la première balle…]
«
leggo gli estremi della legge elettorale, e strabuzzo gli occhi alle minchiate dei premi di maggioranza dati su base regionale – lo disse Benigni, ai tempi, «perché chi c’ha più voti vince!? chi c’ha più voti, perde!» — e nella disperazione e nel politichese dei conticini, dei seggini e delle cazzatine, con la sola certezza che l’Italia è e sarà sempre per il partito “dei cazzi propri”
[se uno ascolta per bene le cose che dice la Destra si riducono a: 1) farsi i cazzi propri sempre, e se rubi e evadi le tasse sei legittimato a farlo perché ti fai i cazzi tuoi; 2) garantire che nessuno venga nella mia regione, proprio nessuno, a rompere i coglioni, neanche la finanza; 3) fare un indeterminato auto-governo che permetta una sola cosa certa: guadagnare e farsi la villetta col parco: nient’altro! in fin dei conti a che serve uscire di casa o dare servizi e trasporti pubblici se tanto c’ho la macchina e la Coop l’ho sotto casa!, a che serve al scuola pubblica se io vado a quella privata sotto casa, e ci vado con la macchina! a che serve la “comunità” quando posso stare per i cazzi mia!?, a che servono le leggi anti-furto se io rubo per me a casa mia!? e che cazzo me ne frega dei culattoni se a me piace la fregna!? o cosa cazzo me ne fotte delle tasse se io non le pago! e non devono permettersi di dirmi qualcosa, perché, se lo faccio nel mio proprio interesse, allora va bene!],
l’unica cosa a cui sono riuscito a pensare non è stato Verdi, l’Arte Italiana grandissima, no… l’unica cosa che sono riuscito a pensare per evadere e fare catarsi di tutta questa merda, è stato pensare a SAILOR MOON, proprio la prima serie!: principessa di un regno che non sa dov’è, e bimbina frignona che le responsabilità non le vorrebbe e invece gli cascano in testa dall’alto e c’ha da farci i conti e salvare il mondo, sempre, al di là di ogni amore, di ogni “cazzo proprio”, di ogni divertimento e di ogni cicaleggio… eh oh…
 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Blog su WordPress.com.

Su ↑