Al tuo Cuore si arriva con la Verità, Bianca come la Luna nell’Oscurità


Giorno 78, Anno II dello Stato Tirilullino

il viaggio, per esempio, non era poi così male (se avevi, ovvio, l’aria condizionata a 3000 in culo a qualsiasi risparmio di gasolio)…
vabbé il Romito che si vede sempre, ma anche il lungomare di Antignano e dell’Ardenza, secondo me non era male, un po’ decadente (l’aria di Shining e di Viareggio), però non malissimo…

siamo entrati in quella che era la realizzazione stupenda e "inconsapevole" (e pertanto ancora più strong) dello Stato Tirilullino…

da mangiare c’era il Panino col Prosciutto e, nel luogo di distribuzione del cibo, c’era scritto "Mangiare e Bere" e cioè il glorioso Ministero del Magna e Beve Tirilullino…



ben presto, per fortuna, il Sole si è nascosto dietro la tribuna del glorioso stadio dell’irriducibilità ultràs livornese…
l’erba era coperta da un’orribile, antiestetica, sudicissima e scomodissima copertura di plasticaccia…
su cui però, sembravi rimbalzare…
come se fosse un tappeto morbido su cui potevi saltare come un su una rete per salterini…
ti dava l’impressione di stare sul morbido, quasi di "fluttuare"…


il mondo che vedevo in questo luogo Tirilullino era il più consolante e speranzoso che potessi immaginare, così "altro" rispetto alla vera realtà che uno vede in giro tutti i giorni…




in corso a Piombino ti ritrovi circondato dalle Taylor Momsen piccine con l’esibizione di coscia volgare e troiosa…
"americana" e pubblicitaria, spiattellata e vanesia, boriosa e sciocca…

come essere immersi in 90210, senza però che ci siano i pianti della Stroup o della McCord…

poi, sì, ok, avercene di Taylor Momsen e le AnnaLynne McCord: le Little Jenny Humphrey e le Naomi Clark topose e "rosine"… ma perché le vedi che cambiano e vivono…
invece, in corso, le vedi come in vetrina nel negozio:
come se non fossero Little Jenny…
come se fossero un manichino




qui, nello Stato Tirilullino realizzato e personificato del concerto, tutto questo non solo non esisteva, ma sembrava che non fosse mai esistito…

le espressioni erano felici e quasi inebetite dall’entusiasmo contentoso (effetto forse delle canne, non lo so…)
come se lo stare tra il gruppetto amichevole, a fumà come ti pare, a abbracciassi e baciassi con chi ti pare, dasse a tutto (e a tutte) questa espressione ebetosa/contentante che era come si irradiasse su chiunque, contribuendo alla felicità spensierata generale…




da quando è andato "sotto" il sole, sembrava che queste espressioni di sentimenti contenti si facesse "aria diversa" che scolorava quasi il cielo sopra di noi…
le nostre "arie" (così come i nostri sudori e i nostri puzzi, i nostri "umidi") facevano cambiare colore all’aria, che diventava quasi "gialla" e "arancione" rispetto al nero nerissimo del cielo…







un capitolo particolare:
la Bellezza


erano tutte belle


c’era una, spesso sulle spalle del suo ragazzo che cantava ridente le canzoncine…
e, dietro me, c’era proprio Serena van der Woodsen…
aveva un filo di matita VERDE sulle ciglia di sopra degli occhi, che erano rotondissimi e "aggettanti" con lo sguardo…


i vestiti, le movenze, i corpi (così imperfetti e naturali), davano l’impressione di non subire per niente il lavorìo di decostruzione forzoso della TV e della pubblicità, cose che apparivano lontane e, ripeto, sembrava che manco esistessero…

si muovevano sballonzose e abbracciose,
materiche e rotolanti,
felici e contente

per il fatto che non percepivi l’esistenza dei soldi
non percepivi l’esistenza del lavoro
non percepivi l’esistenza di una TV politica


un mondo che vive di Miti e di Storia
magari non di cultura eh (assolutamente no)
però di ricerca di un qualcosa di "artistico" che elaborasse la realtà… un qualcosa che era la musica…
la musica che metteva in contatto questi esseri bellissimo e contenti con il Mito Storico,
un mito inneggiante alla disobbedienza…

ma non la disobbedienza fine a se stessa dei figli di papà che non capiscono un cazzo e che prendono l’ecstasy per pura vuotezza immane delle loro anime, no no

la disobbedienza che non è tale… perché non va "contro" niente


c’era quella disobbedienza che è "per" qualcosa
che manco si può chiamare, quindi, disobbedienza, ma che era quasi semplice "fare e agire secondo come si è"…
con la consapevolezza che, se "agire secondo come sei" non ti fanno agire… allora sono loro gli sbagliati…


ne Il Giuramento della Pallacorda vi parlavo di come l’assenza del divieto di fumare, a quella lezione di Storia della Fotografia alla stazione, fosse una liberazione contenta e che gli studenti prendessero appunti, studiassero e apprendessero anche meglio…
questo non grazie alla nicotina (perché la nicotina è merda: ricordate: le droghe ci fanno vedere il mondo vero, ma queste droghe di stato le mettono in giro loro solo per controllarci… perfino la Droga l’hanno resa meccanismo di controllo e di costrizione! merde!!!), ma perché potevano SCEGLIERE di fumare o no…
senza il divieto…
il poter fare, agire, secondo come uno si sente…
senza dover obbedire ad un cartello e ad un divieto assurdo…


in quel momento Tirilullino concertoso ho visto davvero la felicità:
con il mondo che funziona così:
"voglio fumà"
no, perché devi essere bella e magra, e allora devi fumà solo le MS
"voglio trombà con chi mi pare"
no, perché devi fare una famiglia per dare forza lavoro al paese
"mi voglio vestì con un brechesci che mi durerà tutta la vita"
no, ti devi vestì con una cazzata di D&G che dura 4′ così ne compri un altro…
"voglio fare lo scaricatore di porto"
no, devi fare l’amministratore delegato bancario, così per avere SOLDI

una vita di costrizione e di distruzione della vera volontà (wahren willen) della gente…
una cosrizione che poi chiamano, falsamente "bene pubblico", "pubblico interesse", come se tu non comprassi le D&G allora sei contro il pubblico interesse…
come se tu trombassi con chi ti pare e allora tu fossi abiurante moralmente contro la Famiglia!


vi rendete conto che ci si tradisce proprio quando s’ha paura di stare diventanto troppo "famiglia"!?



nel luogo tirilullino concertante era:
"voglio fumà"
deh, fuma
"voglio il brechesci"
deh, piglia il brechesci…

la morale vera è agire per come si è
invece la morale del "bisogna esse buoni e fare tutti le cosine perbenino e comportassi benino e produrre e lavorà", questa non è morale…
è piccola borghesia soldosa
è Chiesa









qui ognuno agiva secondo come era…
si baciava, sudava, piangeva, gridava
era bella senza D&G
era grassa senza OGM
era senza vergognassi perché non "obbediva" alle regole del mercato soldosi e "morale"…




quindi questa disobbedienza, non era fine a se stessa…
era solo essere come si è…


e, benché fossero assolutamente estranei ad ogni nozione culturale (nessuno sapeva le date della storia, né cosa successe a Yalta nel 1945), erano però vogliosi e interessati a qualsiasi elaborazione della realtà, che fosse musicale o che fosse filosofica…
questa voglia di "parlare del mondo"
questa voglia di "imparare a comprendere il mondo"
questa voglia di "creare il mondo"
parlando del mondo vero, e non del mondo già confezionato
parlare del mondo, partendo dalle relazioni interpersonali,
partendo dall’ammirazione per la natura,
partendo dalla voglia di "solidarietà",
partendo dalla constatazione del fallimento di ogni costrizione e divieto…

parlare del mondo senza le parole vuote che oramai non dicono più nulla (dato che sono riusciti perfino a togliere il senso alle parole "morale" e "libertà"), quindi parlandone con termini empirici e pratici…
senza pensare alle grandezze internazionali, poiché si rendevano perfettamente conto che le magagne guerrose internazionali derivano proprio dalle costrizioni e dai SOLDI…


come dire:
oh, c’è un buco in terra
entra acqua…

tutti lì a dire: "ehi, prendiamo le pompe e pompiamo l’acqua fuori!"
arrivano i tirilullini e dicono: "sì, ma, scusate, basta tappare il buco in terra… muriamo il buco in terra"

ma ti dicono: "no no, il buco è troppo grosso! quindi pompiamo"
"ma pompando butti solo acqua da altre parti, è inutile"
"sì, ma per lo meno per un po’ respiri"
"ma basta tappare il buco e poi si pompa come ti pare"
"no no, e poi chi decide chi pompa e chi no una volta tappato il buco"
"ma si pomperà tutti"
"no no, e poi chi decide chi tappa il buco"
"beh, si tapperà tutti"
"no no, e che si fa? si fa tappare il buco anche a chi non c’entra nulla col buco"
"beh, sì, dai, ci dà una mano a tapparlo e poi va per i su venti"
"no no no, pompiamo e poi si vedrà…"

i Tirilullini vedevano che il problema non è nel parlare di cose "grandi", come i disastri internazionali e le crisi…
comprendevano che i disastri grandi sono derivati proprio dalla secolare trasuratezza dei problemi minimi:
il cercare di irreggimentare così da fare più SOLDI ha creato quella falla, che, invece di arginarla, siamo qui a salvare il salvabile argomentando a cazzo che ormai quella falla non si può tappare…






la voglia tirilullina di elaborare il mondo con altre parole e senza costrizione li rendevano attaccati ai Miti Storici che ribadivano la libertà di parola, proprio la libertà di elaborazione…

gli inni a Lotta Continua, al Comunismo, al Marxismo hanno senso in quanto sono gli stendardi di coloro che hanno preservato più di ogni altro il diritto a trovare elaborazioni teoriche del mondo estranee alla costrizione forzosa della volontà di avere i SOLDI…

la volontà di comunismo deriva dalla volontà, anche qui, di agire secondo come si è…
come se la civiltà soldosa non ci facessere vivere come siamo, ma ci facesse vivere al solo fine di produrre i SOLDI

per questo scatta il bisogno di comunismo come bisogno di "dire la propria"

il comunismo inneggiato in questi concerti non è l’inno a Stalin, ai sovet (leggi: savièt), alla Vodka, alla Guerra Fredda e ai Carri Armati, a Mao, alla Rivoluzione Culturale, ai piani quinquennali, all’Armata Rossa, ai GULag, e a altre cazzate…
non è l’inno al comunismo "politico" del ’18-’89 (e cioè alle pazzie irrazionali tanto quanto le pazzie nazi-fasciste)

è la voglia di comunismo ideologico-filosofico,
l’idea di vita al di là di ogni spicconamento che abbia una scopo "guadagnoso"
l’idea di vivere ognuno per come si è…
[difatti io trovo stupendo che il referente ideologico sia il "Patria o Morte" del Che Guevara: una liberazione che non aveva niente a che vedere con Stalin e Khrus^c^ëv]

le prospettive di esseri cattivi che ti ammazzano e ti rubano, in quest’ottica, sono idiote:
se i soldi non esistono nessuno ti ruba…
male che vada ti ruba una seggiola… ma allora lo riacchiappi…
uno ti ammazza, ma allora lo riacchiappi…

vi rendete conto che ogni crudeltà arriva solo perché la gente non vive secondo il suo essere?







e la libertà di elaborare la realtà con ogni mezzo:
con i rutti
con i baci
con le botte
con i litigi
con le piazzate

con la musica
la poesia
le canzoni




la gente era bella perché non era "costretta" in D&G e non era "costretta" in quell’idea di "arte" che ci spaccia la società costrizionista:
quelle dell’arte irreggimentata
dell’arte vuota
dell’arte regolamentata



la musica era bellissima
io potevo voltarmi e "scorgere con scorci di sguardo" le bellissime attorno a me…
nei miei occhi si formava una inquadratura, che veniva perfettamente "accompagnata" e "commentata" dalla spettacolare musica che veniva dal palco…


s’era in tanti
eravamo come in un forno a microonde
ma non mi sentivo minacciato, né a disagio…

era l’energia della nostra voglia di essere come siamo che si irradiava, spruzzando "umidità" nel cielo…



le luci illuminavamo questa umidità,
la facevano verde, oro, rossa, blu



le vibrazioni ti arrivavano non alle orecchie
ma al cuore, al diaframma…



anche al Tartana succede questo:
ma al Tartana la gente è "costretta":
è vestita di D&G,
c’è le bimbe a manichino come 90210,
ci sono subliminali messaggi che ti spingono a guadagnare,
c’è lo scopo trombarolo, con tutte le sue ipocrisie e le sue regolamentazioni assurde:
non ci si ama al Tartana,
la gente è accigliata,
coi tacchi a spillo,
diafana e inebetita non dalla felicità tirilullina, ma dalla pesantezza della costrizione di essere tutti uguali: se ti allontani, al Tartana, hai "sgarrato", sei uno sfigato, sei fuori dalle regole costrittive…
e la musica, al Tartana, fa schifo





le vibrazioni tirilulline erano un urlo
l’urlo del bisogno di "arte"
il bisogno di elaborazione della realtà attraverso al musica
una musica che ha un messaggio, non una musica fatta "così per acchiapà i citrulli e guadagnacci"


in questo i Marlene Kuntz (i Beautiful) e gli Afterhours sono stati stupefacenti
e Caparezza ha elaborato la realtà con una energia strapotente…

così come la "malinconia" di sentire "Messico e Nuvole"…








gli Afterhours hanno suonato per più di un’ora
canzoni reali, elaborative di questo mondo



la luna si affacciava, sorgeva, dalla tribuna

i nostri "fumi" la rendevano dorata,
poi, è andata sempre più alta,

ed era una falce, bellissima, bianchissima, che si apriva, nel nero stellato della notte













Zucchero e Nuvole





le nuvole nostre della nostra voglia di sdraiarci su quelle nuvole, le nuvole che sono il nostro modo di vivere secondo il nostro essere…
quelle nuvole che le mordi e sono zucchero…
























Zucchero e Nuvole

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